Archive for Maggio, 2017

29th Maggio
2017
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SABATO 10 GIUGNO 2017 ORE 10

PIANO TERRA – via Confalonieri 3 – MILANO –

(fermata Isola metropolitana lilla)

SIAMO OVUNQUE:

RICOMPONIAMO LE TRAME,  UNIAMO LE LOTTE !

Nel cuore della gentrificazione milanese, in mezzo ai grattaceli del quartiere Isola, al Piano Terra di via Confalonieri 3, esiste da 5 anni uno spazio autogestito, liberato da studenti, lavoratori, precari; uno spazio che da 3 anni ospita anche la Rete Milanese Operatori Operatrici Sociali e che SABATO 10 GIUGNO 2017 sarà lieto di ospitare l’8°INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE OPERATORI SOCIALI. I lavori cominceranno alle ore 10.00 e termineranno intorno alle 17.00, pausa con pranzo compresa.

Il 10 giugno sarà l’occasione per fare il punto dell’anno che è stato, nei vari territori, e socializzare strumenti e pratiche di lotta.

Sarà l’occasione per conoscere e ragionare collettivamente su altri percorsi, sviluppatisi in questi mesi, a partire da una critica di chi lavora nel sociale a fianco delle fasce sociali più deboli e sfruttate, nel tentativo di coniugare diritti e dignità per chi lavora e per le persone con cui si lavora, si pensi alle assemblee contro la legge Minniti-Orlando di Roma e Bergamo, di questa primavera.

Poco più di un anno fa, a Roma, nel 7° incontro nazionale, si sono approfonditi discorsi su Legge Iori-Binetti 2656, linee giuda per la costruzione di capitolati d’appalto non al “massimo ribasso”, istanze e rivendicazioni, dalla parte dei lavoratori/trici, in tema di contratti nazionali. Questioni grosse, tutt’ora aperte, sulle quali, nei mesi che sono seguiti al quel 30 aprile 2016, sono state avviate campagne nazionali: #CAMBIAMOLALEGGEIORI e mobilitazioni territoriali contro i tagli, in difesa della qualità dei Servizi e delle condizioni di lavoro. Sono state battaglie importanti, talvolta totalmente autorganizzate da operatori, altre volte costruite insieme a sigle sindacali di base e sostenute legalmente.

Il 10 giugno sarà anche l’occasione per stabilire quale continuità dare ai percorsi già avviati e su quali aspetti generali costruire coordinamento e mobilitazioni nazionali future; sarà l’occasione per riaffermare il senso e le modalità d’azione di una Rete nazionale autorganizzata di lavoratori e lavoratrici del sociale.

Già sono arrivate alcune adesioni da un paio di realtà milanesi, da Mantova, Bologna, Genova, Roma. A tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici della categoria è aperto l’invito e il compito di chiamare altri/e colleghi e colleghe a portare il proprio contributo:

Operatori sociali di tutto il paese!

Fate circolare la voce, parlatene coi colleghi, pubblicate questa convocazione,

mandate spunti e proposte che verranno inseriti all’interno del programma!

Chiamateci per altre info logistiche

FB Operatori Sociali       BLOG operatorisociali.noblogs.org   tel. 3494003954

    

PROGRAMMA DELLA GIORNATA

MATTINA: faremo il punto sui lavori della Rete e sulle situazioni territoriali

10.00 – 10.30

arrivi, accoglienza, caffè, presentazioni

10.30 – 13.00

  • resoconto delle campagne nazionali portate avanti negli ultimi 12 mesi

  • raccolta delle recenti esperienze territoriali (con l’obiettivo di far emergere strumenti politici e dispositivi organizzativi utili a tutti i lavoratori del settore)

  • inquadramento generale delle politiche sociali; trasformazioni del welfare; mercato del Terzo Settore

13.00 – 14.00

pausa pranzo e intervallo (partecipazione e offerta libera)

POMERIGGIO: come rilanciare la Rete; come sostenere le realtà territoriali.

La proposta è quella di una prima parte di lavoro in sottogruppi e una plenaria finale.

14.00 – 16.00

ragionamenti e produzioni su:

1) contratti nazionali: come intervenire in sede di contrattazione e rinnovo

2) capitolati e gare d’appalto: come puntare alla difesa e al miglioramento del Servizio

3) strumenti e forme di lotta: autorganizzazione e coordinamenti territoriali e nazionali

15.45 – 16.00

pausa e intervallo

16.00 – 17.00/17.30

Plenaria conclusiva: condivisione dei ragionamenti dei sottogruppi;

accordi sulla prosecuzione del percorso nazionale;

indicazioni utili per le realtà territoriali.

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13th Maggio
2017
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Pubblicato: maggio 6, 2017 in Educazione e Politica, Educazione e Potere, Luoghi Pedagogici, Pedagogia e Politica, Sarno Pedagogia, Scuola ed Educazione Tag:, , ,

Gentilissimo Matteo,

ho deciso di scriverle per aiutarla a capire, forse perché gli educatori e le educatrici partono sempre dal presupposto che ci sia spazio per cambiare, per fare un passo indietro e addirittura per ammettere di aver sbagliato. Per noi c’è sempre spazio per riparare, insomma, anche quando come nel suo caso, lo spazio pare non esserci. Siamo fatti così. Quasi tutti. Non ci arrendiamo all’idea che non ci sia nulla da fare. E’ una delle nostre forze.

Le scrivo perché martedì 2 maggio, durante l’intervento della polizia in Stazione Centrale a Milano, lei ha insultato gli educatori, una categoria intera di uomini e donne che fanno un lavoro delicato.

Un lavoro, capisce Matteo?

Uno di quei lavori per cui ci si prepara, si studia e poi si va a lavorare. Un lavoro serio. Non c’è nulla da ridere, insomma.

Le scrivo perché questa categoria di persone è preziosa, per tanti cittadini, famiglie, ma anche per lei, perché il lavoro educativo ha un impatto sociale e indirettamente produce un effetto anche su chi, da lontano e dal suo pulpito, lo svaluta come ha fatto lei.

Le scrivo perché il rispetto è importante, rispetto delle persone, delle competenze e dei ruoli. Il rispetto è ciò che portiamo noi alle persone che incontriamo, un rispetto che pare invece mancare altrove. Il rispetto per un lavoro delicato, difficile, mal pagato e a volte anche rischioso. Il rispetto per una categoria di professionisti che accompagna adulti e bambini dentro le loro difficoltà, nelle loro sofferenze e dentro esperienze che nessuno vorrebbe mai affrontare. Lo stesso rispetto che le è mancato martedì 2 maggio 2017.

Le scrivo perché la nostra società rimane in piedi, anche grazie al lavoro di tanti educatori ed educatrici, che aspettano il rinnovo di un contratto da 5 anni. Professionisti che continuano a far bene il loro lavoro nonostante altri  (lei compreso) in questi anni abbiano fatto poco per risolvere i problemi di un categoria intera, se non tagliare servizi e quindi opportunità di lavoro.

Le scrivo perché mentre lei girava i suoi video c’erano persone che si prendevano cura degli altri, di anziani, persone con disabilità, adolescenti all’interno dei circuiti penali, minori non accompagnati e minori maltrattati e abusati. Famiglie intere in situazioni di fragilità. Le scrivo perché lei non sa nulla di educazione professionale e perché uno dei nostri obiettivi è anche quello di informare e aiutare le persone a capire. Facciamo anche questo. Orientiamo le persone nei loro percorsi di vita. Ci proviamo, proprio come sto facendo io con lei. Poi sta ad ogni persona provare a capire, prendere e costruire la propria strada.

Come dire Matteo, io provo a spiegarle, poi se non capisce è tutta responsabilità sua.

Le scrivo senza giudicarla, perché è quello che facciamo noi. Non giudichiamo le vite degli altri, le ascoltiamo, le accogliamo e poi proviamo, insieme a cambiare direzione. Impariamo continuamente dagli incontri che facciamo e lo facciamo perché il nostro lavoro è prezioso e soprattutto delicato. Delicato proprio come il suo.

Scrivo a lei, ma potrei farlo con tanti suoi colleghi, gli stessi che nel silenzio di questi anni, han svalutato il nostro lavoro, occupandosi sempre di altre questioni. Gli stessi suoi colleghi che si sono assunti la responsabilità di produrre sul nostro sistema sociale ed educativo parecchi danni. Soprattutto in alcune regioni.

Scrivo a lei come potrei scrivere a quei cittadini che parlano del mio lavoro non sapendo nulla. Scrivo a lei perché la sua fragorosa risata di martedì è offensiva e credo che lei se ne debba assumere la responsabilità. Sarà in grado di farlo? Fino ad oggi pare di no.

Scrivo a lei soprattutto perché ha una responsabilità politica e quindi ha anche una grande responsabilità rispetto a ciò che fa e dice. In questo caso si è preso l’onere di insultare una categoria intera di professionisti e professioniste. Ci tenevo a farglielo sapere.

Il popolo che ha umiliato con quella risata è un popolo misto, religioso e laico, proveniente da differenti estrazioni sociali ed età. Persone che si sono formate, hanno letto, ascoltato e continuano a farlo. E’ un popolo eterogeneo, fatto forse anche di persone che avrebbero voluto votarla alle prossime elezioni. E’ un popolo che spero ricordi le sue parole e la sua risata.

Siamo però un popolo resiliente, abituato a prender botte e insulti. Abituati anche, aimè, a non essere riconosciuti e a lavorare sulla propria identità professionale. Ma siamo anche un popolo che non si fa umiliare facilmente. Le è andata male questa volta.

Le scrivo spinto da un desiderio individuale, non cerchi connessioni con associazioni di settore, partiti o movimenti. Le scrivo da educatore. Questo faccio e questo farò nei prossimi anni. Giusto per anticipare ogni possibile, suo e di altri, desiderio di strumentalizzare questo post. Non è un attacco politico. E’ un tentativo di aiutarla a capire che quando non si sa nulla di un argomento si possono fare due cose: informarsi e chiedere a chi ne sa, oppure si può anche decidere di tacere. Non è indispensabile, insomma, occuparsi di tutto.

Le scrivo, infine, perché il lavoro educativo è un lavoro bellissimo. E’ il mio lavoro e io non permetto che venga svalutato, né da lei né da altri.

Chiudo rimandandole un concetto che considero molto importante: gli educatori e le educatrici sono un popolo che si assume, tutti i giorni, responsabilità che lei nemmeno immagina. Un popolo che avrebbe da insegnarle, almeno sulla responsabilità, molte cose, questo glielo posso assicurare.

Christian Sarno – Educatore  Professionale.

Per chi se lo fosse perso. Ecco il video

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